Cognomi italiani repertorio alfabetico

Cognomi italiani repertorio alfabetico

Cognomi italiani repertorio alfabetico – Ogni cognome ha almeno un capostipite che rappresenta la sua storia, origine e genealogia. Investigare il significato e l’origine di un cognome è come esplorare la storia delle proprie radici e del proprio progenitore.

I cognomi italiani hanno origini diverse, influenzate dall’epoca e dalla regione geografica in cui sono nati. In generale, i cognomi italiani possono derivare dal nome del luogo di provenienza, dalla professione svolta dalle persone, dal nome del padre o da quello dell’antenato più famoso.

Ad esempio, il cognome Rossi potrebbe indicare un’origine da un luogo o la presenza di capelli rossi. Allo stesso modo, il cognome Ferrari potrebbe suggerire un legame con un luogo chiamato “Ferrara” o l’esercizio della professione legata ai ferri.

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Cognomi italiani repertorio alfabetico

Il momento cruciale che ha dato origine ai cognomi moderni, come li conosciamo oggi, risale al Concilio di Trento. Nel 1564, durante questo importante concilio ecclesiastico, venne introdotta la norma che imponeva alle parrocchie di registrare i battesimi dei fedeli, includendo sia il nome proprio che il cognome del battezzato. Prima di questa storica decisione, solo alcune categorie sociali, come commercianti, nobili o persone di rilievo, utilizzavano un secondo nome (cognome, titolo o qualifica) in aggiunta al nome di battesimo o di nascita.

Il Concilio di Trento ha svolto un ruolo fondamentale nel rendere obbligatorio il registro dei cognomi, portando a una significativa trasformazione nelle pratiche di registrazione dei nomi delle persone. Da quel momento in poi, il cognome divenne parte integrante dell’identità di ciascun individuo, contribuendo a una migliore identificazione e tracciabilità nella società.

Questo momento storico ha avuto un impatto profondo sulla struttura sociale, sancendo l’inizio di una nuova era in cui i cognomi sono diventati un elemento imprescindibile della nostra identità personale, consentendoci di mantenere viva la memoria delle nostre radici familiari attraverso le generazioni.


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12 Risposte a “Cognomi italiani repertorio alfabetico”

    1. Mi spiace, al momento non dispongo di informazioni araldiche riguardo alle famiglie blasonate con il cognome Gechele. Tuttavia, posso condividere alcuni dettagli interessanti sul cognome e sulla sua possibile origine. È importante notare che le informazioni araldiche possono talvolta essere complesse da rintracciare, ma posso sicuramente aiutarti ad esplorare ulteriori aspetti della storia e del retaggio legati a questo cognome. Se hai domande specifiche o desideri ulteriori dettagli, sarò lieto di assisterti nel miglior modo possibile.

  1. Sarei grata poteste darmi informazioni su famiglie: Mantilero, Stuardi e Crotto di Torino. E Raggio, Torre, Danovaro su Liguria. Grazie

  2. Bonjour,
    Mon patronyme est Donadello, ma famille paternelle étant de la province de Vicenza. Cependant, ce nom n’est porté par mes ascendants paternels que depuis la moitié du XVIIIème siècle. Auparavant, le patronyme était Zanardello. Je souhaiterais savoir 1°) pourquoi et comment à cette époque les patronymes étaient changés ; 2°) la signification de Zanardello. Merci.
    Buongiorno,
    Il mio cognome è Donadello, la mia famiglia paterna è della provincia di Vicenza. Tuttavia questo nome è stato portato dai miei antenati paterni solo dalla metà del XVIII secolo. In precedenza il cognome era Zanardello. Vorrei sapere 1°) perché e come a quel tempo si cambiavano i cognomi; 2°) il significato di Zanardello. Grazie.

    1. Il Concilio di Trento, che si tenne tra il 1545 e il 1563, stabilì che tutti i bambini che venivano battezzati dovessero avere un cognome. Questa decisione fu presa per motivi pratici e sociali. Da un punto di vista pratico, il cognome serviva a distinguere le persone con lo stesso nome. Da un punto di vista sociale, il cognome serviva a rafforzare l’identità familiare e la coesione sociale.
      Prima del Concilio di Trento, i cognomi non erano ancora diffusi in Italia. In molte zone, la gente era ancora identificata solo con il nome di battesimo, o con un soprannome che derivava dal mestiere, dalla località di origine o da altre caratteristiche fisiche o personali.
      La decisione del Concilio di Trento fu recepita in modo diverso nelle diverse regioni italiane. In alcune regioni, come la Lombardia e il Veneto, la diffusione dei cognomi avvenne in modo rapido e capillare. In altre regioni, come il Sud Italia, la diffusione dei cognomi avvenne in modo più lento e graduale.
      In alcuni casi, i cognomi assegnati dai preti al momento del battesimo non erano graditi ai discendenti. In questi casi, i discendenti potevano chiedere alle autorità di cambiare il cognome. Tuttavia, il cambio del cognome veniva concesso solo per motivi di un certo rilievo, come ad esempio per motivi di onore o per motivi di carriera.
      I figli dei trovatelli spesso avevano cognomi che si capiva che erano figli di trovatelli. Questa condizione, in passato, era motivo di disonore. Per questo motivo, i figli dei trovatelli potevano chiedere alle autorità di cambiare il cognome.
      Ecco alcuni esempi di cognomi che venivano spesso assegnati ai trovatelli:
      * **Trovatelli:** questo cognome era il più comune.
      * **Orfano:** questo cognome indicava che il bambino era rimasto orfano.
      * **Abbandonato:** questo cognome indicava che il bambino era stato abbandonato.
      * **Raccattato:** questo cognome indicava che il bambino era stato raccolto per strada.
      Il cambio del cognome era un processo complesso e costoso. I richiedenti dovevano presentare una domanda all’autorità competente, che doveva poi valutare la richiesta e decidere se concederla o meno. La decisione dell’autorità competente poteva essere impugnata in tribunale.
      Nel corso del XVIII secolo, il cambiamento dei cognomi divenne più frequente. Questo fenomeno fu dovuto a diversi fattori, tra cui la crescita delle città e del commercio, l’affermazione della monarchia e della burocrazia statale, e l’aumento della mobilità sociale.

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