I cognomi italiani in Brasile sono una testimonianza delle migrazioni dei veneti, primi in Italia, a cercare miglior vita verso questa terra. Il Brasile offriva un pezzo di terra e utensili a tutti i contadini che accettavano di produrre agricoltura per il paese.
I veneti furono i primi a emigrare in massa verso il Brasile. I cognomi di queste famiglie italiane subirono delle deformazioni linguistiche. Molti discendenti d’italiani oggi cercano le proprie origini provando a ripristinare il cognome originale.
In Brasile la politica linguistica di alcuni governi ha spinto alla portoghesizzazione parallelamente alla trasformazione di toponimi e di cognomi alla lotta dichiarata ai dialetti italiani e alle parlate italo-brasiliane come il taliàn. Sono pertanto assai frequenti i cognomi italiani adattati graficamente
Ciro Miotanza (1997)
Alcuni esempi di trasformazione
Si possono portare come esempi, fra i tanti:
Avanzi divenuto Avancini, Batinglion > Batngliāo, Bologmesi > Bolonhezi, Bongionanni > Bonjonani, Bordignon > Bordinhom, Boschetti > Bosgueti, Casorotto > Cazarote, Cecchetti > Cequete, Cecchini > Cequine, Ciocchetti > Quioquetti, De Marchi > Demargue, Filippin > Fellipe, Gigli > Gilhe, Gnocchi > Gnonque, Guglielmetti > Guilhermeti, Lorenzon > Larencin. Marchesin > Marchecim, Michelon > Miguelão, Miglioranza > Migloranca, Nascimben > Nacimben, Quaraesimin > Quarezemim, Recchia > Requin, Ricchetti > Riquette, Sacchetti > Saquete, Scarmelotto > Escarmeloto, Scattola > Escatula, Spegiorin > Espeiorin, Trevisan > Trevitam, Tiurchetti > Turguete, Zecchinon > Zequinão, Zucchin > Zuquim.
Si nota, qui, il gran numero di nomi di famiglia veneti o comunque settentrionali. Anche in un’altra opera Mioranza (2009) ha trattato di cognomi italiani, presentandone alcuni come attestati in Italia e in realtà oggi inesistenti, quali Caurero. Gugelmin o Detesalui, che dovrebbero essersi originati da errori o deformazioni proprio in Brasile (né esiste la gran parte dei composti con l’articolo Li citaci nel testo: Li Momaci, Li Abbati, Li Grassi, Li Forti, Li lodici, ecc.).
Il censimento del 1920 dello Stato di Espirito Santo (CensEspiritoSanto) permette ulteriori verifiche documentali. Prendendo a campione due municipalità con un elevato numero di italiani fra le 31 censite, quelle di Linhares e di Sao Matheus, rispettivamente con 1.732 e 1.148 proprietari di aziende, si notano alcuni cognomi identici a quelli portati in Italia, mentre altri hanno subito modifiche grafiche, come adattamento tendenziale alla fonetica e alla morfologia portoghese; si vedano per esempio Ambrozi, Bolognezi, Cazotti, Giurizato. Quartezani, Tozatte, Trevizani (con z per s).
Vedi in proposito anche i contributi di Vitalina Maria Frosi e di Alda Rossebestiano in questo stesso volume, alla pp 125-34 e 203-29 rispettivamente.
QuadRION 5 (2015) 314
La diffusione del cognome in Brasile
Il Centro Internazionale Studi Emigrazione Italiana dispone di database online costruito su varie fonti dalla associazione CISEI con sede a Genova. Ovviamente può essere di aiuto per i discendenti italiani residenti in Brasile per individuare il cognome originale e il periodo di emigrazione da Genova.
Altra associazione utile per la ricerca degli antenati italiani all’estero è il Centro AltreItalie — Cerca le tue radici anche questa associazione dispone di un database online sull’emigrazione italiana verso gli USA, Argentina e Brasile.
Bisogna tener conto che durante il medioevo pluralizzavano il cognome, quando dovevano indicare una famiglia invece della singola persona. Nelle regole del linguaggio moderno è scorretto pluralizzare il cognome. Molti di questi cognomi pluralizzati sono stati deformati in Brasile, quando si cerca il cognome originale bisogna tener conto del singolare e del plurale: Rosso o Rossi, per esempio.
La diffusione attuale del cognome potrebbe essere un dato fuorviante per la ricerca genealogica, perché le persone si muovono da un paese all’altro, viaggiano, emigrano. Un cognome molto diffuso oggi in Lombardia potrebbe essere invece originario della Sicilia. Per la genealogia del cognome bisogna seguire le tracce che il cognome ha lasciato nella propria storia. Ecco perché i genealogisti guardano con sospetto l’attuale diffusione e danno molto più credito ai documenti storici familiari dello stato civile o dello stato delle anime negli archivi ecclesiastici.
Molti brasiliani con origine italiane cercano di ottenere la cittadinanza italiana, senza, ovviamente, perdere quella brasiliana.
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